Partenza ottima ma epilogo amaro per Andrea Piccini e per i compagni di vettura Michael Broniszewski, Michael Lyons e Alessandro Bonacini: l’avventura alla 24 Ore di Spa sulla Ferrari 458 Gt3 del team Kessel Racing è finita dopo circa un quarto di gara. Partito con il terzo tempo assoluto stabilito in Superpole e il primo della Pro Am, il pilota di Sansepolcro è stato protagonista della prima ora sotto il bagnato. In partenza, Audi e Mclaren sono scattate meglio e Piccini si è ritrovato al quinto posto, ma sempre al comando della categoria; ha mantenuto la leadership accumulando per giunta un eccellente margine di vantaggio sui diretti concorrenti di Pro Am, che è stato vanificato poi dall’ingresso in pista della “safety car”. Al termine della prima ora di corsa, Piccini ha lasciato la vettura a Broniszewski, rimasto al volante nelle due ore successive caratterizzate da ripetute “safety car”, dopodichè è arrivato il turno di Lyons e Bonacini (un’ora ciascuno), che hanno mantenuto la vettura sempre nelle prime posizioni. A 50 minuti dallo scadere delle sei ore, è risalito Piccini per cercare di tagliare il primo traguardo (i punti venivano assegnati alle 6, 12 e 24 ore) in testa alla classifica ProAm. In condizioni critiche, con il buio e una sola traiettoria asciutta, spingendo l’auto nel tentativo di sorpassare la vettura di Rigon che occupava la prima posizione in ProAm, Piccini ha frenato sul bagnato al Tornante de “La Source” ed è finito contro la Mercedes di Nico Verdonck. Risultato: gara finita poco prima dello scadere delle 6 ore. “Stavamo spingendo nel tentativo si sorpassare Rigon – commenta Andrea Piccini – ed era importante per la posizione in campionato dei miei compagni. Sapevo che fuori traiettoria era bagnato, ma non pensavo fosse così scivoloso. Con il buio non si riusciva a vedere bene dove fossero i punti più critici e ho commesso un errore. Ero molto più veloce di Rigon, ma lui continuava a spingermi fuori pista in rettilineo, tanto che per due volte ho dovuto frenare violentemente. Sono uscito meglio dall’ultima curva e arrivati al tornate de “La Source” ero all’interno; lui mi ha portato molto vicino al muro, completamente fuori traiettoria e, pur avendo frenato presto, sul fondo così viscido, non ho avuto nessuna possibilità di evitare l’impatto con la Mercedes di Nico Verdonck che ci precedeva. E’ un vero peccato, perché sin dalle qualifiche la macchina era stata molto veloce e avevamo un passo gara molto buono. C’erano tutte le condizioni per lottare per la vittoria in Pro Am. Mi dispiace per tutta la squadra e per i miei compagni che stavano facendo un lavoro eccellente”.